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Meno vincoli per sostenere il welfare della libera professione

 Le Casse al Governo: liberi di usare le nostre risorse per la previdenza e l’assistenza

“Conosciamo bene il sistema contributivo. Lo adottiamo da ben 15 anni mentre la previdenza pubblica lo adotterà solo quest’anno. È un meccanismo sostenibile e che funziona e che vogliamo far evolvere verso un vero e proprio sistema di welfare per i professionisti, fornendo loro un pacchetto di servizi che vadano al di là della sola erogazione della pensione” A chiederlo sono Sergio Nunziante (Cassa Biologi), Mario Schiavon (Cassa Infermieri), Florio Bendinelli (Cassa Periti industriali), Arcangelo Pirrello (Cassa Pluricategoriale) e Angelo Arcicasa (Cassa Psicologi), i presidenti delle Casse di previdenza di nuova generazione (nate dalla legge 103/96) che hanno colto l’occasione dell’incontro “Contributivo, luci ed ombre” svoltosi all’interno della Giornata nazionale della previdenza di Milano. L’attuale quadro normativo, è stato rilevato, non permette di cogliere appieno tutte le potenzialità di un meccanismo contributivo “puro” come quello applicato alle Casse della 103. Di qui la richiesta dei presidenti di aprire un tavolo di confronto con il Governo per individuare insieme i punti di riforma. Tra i suggerimenti avanzati, la possibilità di imputare ad assistenza e previdenza i risparmi che gli enti potranno conseguire dalla gestione del patrimonio e la richiesta di eliminare la doppia tassazione. Anche l’applicazione della riforma Lo Presti incontra dei punti controversi, soprattutto per quanto riguarda il “contributo integrativo”. Si tratta di un meccanismo che penalizza quei liberi professionisti che trovano nella Pubblica Amministrazione una quota rilevante dei propri committenti. L’on. Lo Presti, vicepresidentre della Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti di previdenza, presente all’incontro, ha affermato che ci sono i margini per rivedere le regole, sia per la previdenza sia per l’assistenza. Le specificità delle singole professioni fanno sì che ogni Cassa deve aderire ai bisogni della propria platea di professionisti. I presidenti hanno tuttavia mostrato apertura verso la condivisione di servizi, all’aumento della loro qualità, ai risparmi che ne deriverebbero.
da Mondoprofessionisti lunedì 14 maggio 2012

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