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Le elezioni Enpap tra fantasie e realtà - 5 domande al Presidente dell’OPL

elezioni 2013A seggi ormai chiusi e a urne ancora sigillate, può essere utile una prima valutazione dell’andamento di queste elezioni ENPAP per il quadriennio 2013-2017.
Non tanto per fare previsioni sulla nuova formazione dei due organi statutari, perché per questo è meglio aspettare l’esito dello scrutinio, quanto per tentare di elaborare una sorta di metacomunicazione sui comportamenti elettorali in senso lato ma anche su alcune specifiche modalità interattive da parte di istituzioni parallele quale l’Ordine degli Psicologi.

Ma andiamo con ordine...

Tutte le operazioni si sono svolte nella massima regolarità e non certo per gli interventi minacciati dal presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia dott. Grimoldi ma per l’efficienza di una macchina organizzativa che, alla luce del regolamento elettorale vigente, ha saputo tenere i nervi saldi e non cedere davanti alle illazioni e alle infondate accuse da parte di alcuni candidati iscritti nonché rappresentanti ordinistici.

Bravi e competenti tutti i colleghi scrutatori che hanno saputo trattare da bravi psicologi chi li accusava di perpetrare chissà quali brogli: a loro va inviato un grazie sentito, perché con il loro atteggiamento dignitoso e corretto hanno per lo meno cercato di limitare i danni all’immagine della professione provocati da comportamenti molto al di sopra delle righe di candidati ed iscritti appartenenti ad altre liste.

Detto questo, va osservato come, in analogia con quanto da qualche tempo sta succedendo anche in altre competizioni elettorali ben più importanti, l’affluenza alle urne sembra essere stata anche per l’ENPAP in calo, se considerata in percentuale, rispetto alla tornata precedente. Per fortuna, però, il quorum, stante ai primi dati ancora incompleti, sembra comunque essere stato raggiunto.

Come leggere questo dato?

Avremo bisogno di tempo per dare spiegazioni attendibili e la possibilità di analizzare il dato rispetto ad alcuni parametri fondamentali, tra cui l’età anagrafica, l’età professionale ecc.
Noi non facciamo come Altra Psicologia che ha già assegnato la responsabilità alla farraginosità delle procedure e al fatto che molti colleghi sono confusi e non sanno cosa fare, pertanto non vanno a votare.

Noi abbiamo rispetto di tutti  e soprattutto di coloro che hanno scelto di non votare per le loro molteplici motivazioni, magari non condivisibili ma rispettabili nella libertà di scelta individuale.
Se nonostante le diverse possibilità istituite (invio postale, seggi notarili nelle varie province e seggi territoriali regionali) si dovesse confermare una tendenza alla diminuzione, occorrerà rifletterci, ma, per favore, difendiamoci da coloro che urlano “presunte verità”, trascinando sempre più in basso l’immagine della nostra professione.

Perché di questo ora dobbiamo anche parlare e, questa volta, con dati alla mano, osservazioni, lettere inviate ecc. I dati di realtà servono, infatti, normalmente ad aiutare le persone a formulare un proprio giudizio autonomo sugli accadimenti. Non così, ovviamente, per chi è affetto da patologia delirante e/o ideazioni di tipo paranoico: per costoro, infatti, l’unica verità è la loro, spesso frutto di immaginazioni e di sospettosità diffusa.
Ma noi ci rivolgiamo a psicologi, a colleghi che ben conoscono questi meccanismi.

Procediamo con ordine:

Il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia il 31 gennaio u.s. ha diffuso a tutti gli iscritti della Lombardia, indipendentemente dalla loro iscrizione all’ENPAP e dunque dal loro reale interesse a queste votazioni, una prima lettera con tanto di logo dell’Ordine in cui esprimeva preoccupazione in riferimento alle elezioni in corso, ma per che cosa?

Non già per l’immagine che alcuni candidati di AP davano stazionando sul marciapiede con un “carrettino” per la pubblicità elettorale politica o per altri comportamenti invasivi nei confronti di chi si avvicinava all’ingresso, indipendentemente dal suo essere psicologo o cliente della Banca o dipendente della stessa.

Non per questo, ma perché:

“A Milano è oggi precluso ai candidati e rappresentanti delle liste di accedere ai seggi per visionare, firmare o anche solo visionare i plichi contenenti le schede elettorali da inviare a Roma per lo spoglio. La sigillatura è necessaria per impedire che possano essere aperti senza lasciarne traccia visibile. I Presidenti dei seggi elettorali hanno ricevuto istruzioni precise dal seggio centrale di non mostrare i plichi né di consentire che vengano visti e/o fotografati per assicurare la loro integrità alla riapertura.”

La lettera prosegue affermando che:

“Non è accettabile la sospensione di regole elementari di garanzia in una competizione elettorale di un ente la cui dirigenza è inquisita e che custodisce e gestisce le pensioni degli Psicologi italiani-. Se non ci sarà consentito di verificare i sigilli alla chiusura di Venerdì 1 Febbraio, constatata l'impossibilità di vedere rispettato il diritto, chiameremo la forza pubblica.”

Quali regole sono state sospese? Il firmatario delle lettera non lo dice, anche perché forse non lo sa neanche, visto che in nessun Seggio succede che vengano apposte firme o sigilli da altri che non siano gli stessi scrutatori: loro sono infatti gli unici garanti della correttezza delle operazioni elettorali.
A quanto pare, l’importante è solo lanciare ombre, dubbi, sospetti senza preoccuparsi di fornire dati oggettivi di realtà, ovviamente perché non ci sono.
Se ci fossero stati, infatti, bene avrebbe fatto a sporgere denuncia alle autorità competenti, ma un conto è scrivere lettere, ben altro esporsi all’ilarità di una qualunque autorità giudiziaria.

Sempre nella stessa lettera si dice che le elezioni sono state indette dal Presidente dell’Ente (come è normale che sia) e si prosegue ricordando che egli è indagato per l’acquisto dell’immobile di Via della Stamperia. E allora?

Può il Presidente dell’OPL dirci che collegamento c’è fra i due eventi o quale sospetto, ancora una volta, vorrebbe insinuare?

No, non lo dice: basta solo lanciare ombre, dubbi, sospetti senza preoccuparsi di fornire dati oggettivi di realtà, ovviamente perché non ci sono.

Il 5 febbraio il solerte Presidente, dopo un’altra lettera-miraggio recapitata inspiegabilmente solo ad alcuni l’1 febbraio, scrive ancora proclamando che, grazie ai suoi interventi:

“Le elezioni del nostro Ente di Previdenza sono finite nel migliore di modi possibili. Ho personalmente assistito alla preparazione delle urne e fotografato i sigilli con cui sono state chiuse le scatole contenenti i voti.”

Prosegue dicendo che aveva preso contatti con i Carabinieri (chissà per quale motivo!), con i giornalisti ecc. e che ha così ottenuto un primo riscontro positivo, con il ripristino delle garanzie!!

Omette di dire che nulla era cambiato nelle disposizioni impartite dal Seggio Centrale, ossia che non era ammessa alcuna interferenza da parte di terzi nelle operazioni del seggio Elettorale Territoriale e che, pertanto, solo i componenti del seggio potevano rimanere all’interno della sala.

Omette di dire che non era stata autorizzata (e non poteva essere altrimenti) l’apposizione di sigle da parte di altri che non fossero gli scrutatori.

Non precisa che veniva confermato che solo i Componenti dei Seggi potevano rimanere all’interno della sala!

Non lo dice, perché l’importante non è dire la verità, ma solo lanciare ombre, dubbi, sospetti senza preoccuparsi di fornire dati oggettivi di realtà, ovviamente perché non ci sono.

Anche la sera dell’1 febbraio a Milano, come le sere precedenti, chi ha voluto ha potuto assistere, fuori dalla soglia del seggio, alle operazioni di chiusura da parte dei componenti del seggio, senza che fosse stato modificato alcunché delle precedenti indicazioni impartite.

Tutte le operazioni si sono svolte nella massima regolarità e non certo per gli interventi minacciati dal presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia ma per l’efficienza di una macchina organizzativa che, alla luce del regolamento elettorale vigente, ha saputo tenere i nervi saldi e non cedere davanti alle illazioni e alle infondate accuse da parte di alcuni candidati iscritti nonché rappresentanti ordinistici.

E, per concludere, alcune domande al Presidente dell’OPL:

    Per le 3 lettere che ha scritto a tutti gli Psicologi della Lombardia ha avuto un mandato dal Consiglio o sono frutto di una Sua iniziativa personale?
    Se sono l’esito di un mandato del Consiglio, ci fornisce gli atti deliberativi da cui si evinca tale determinazione con le motivazioni addotte?
    Se, invece, sono frutto di una sua iniziativa personale, come giustifica l’aver utilizzato uno strumento istituzionale di cui Lei dispone solo nel ruolo di Presidente e non di singolo iscritto?
    Cosa risponde a chi giustamente pensa che, essendo anche candidato all’ENPAP, avrebbe dovuto astenersi da interventi che hanno tutto il carattere di una campagna elettorale e non di Presidente super partes?
    Come giustifica un attacco tanto virulento quanto privo di realtà oggettiva ad altri colleghi che stavano conducendo il loro lavoro con passione e correttezza?

Sono solo 5 domande la cui risposta è dovuta, in nome della trasparenza che viene invocata ripetutamente da AP, ma soprattutto per ridare dignità alla nostra professione rispetto alla quale dispiacciono gli attacchi da parte di altre categorie, ma ancora di più dagli stessi colleghi che dovrebbero tutelarla.

Da parte nostra, vogliamo rassicurare tutti i colleghi che vigileremo in ogni modo perché questo accada e perché anche i versamenti effettuati all’ENPAP proseguano il loro percorso virtuoso verso rendimenti stabili e rivalutazioni dignitose.

I candidati della lista Costruire Previdenza

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