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Modificati i criteri di determinazione del coefficiente di rivalutazione delle pensioni e così si creano altre disparità di trattamento

decrementoOgni anno il capitale versato dai lavoratori alle Casse di previdenza obbligatorie (ENPAP per gli Psicologi) dovrebbe essere rivalutato in misura pari alla variazione media quinquennale del prodotto interno lordo (PIL) nominale.  Come noto il tasso nel 2014 risulta negativo creando una situazione alquanto penalizzante per gli iscritti che, oltre a non ricevere alcuna rivalutazione, hanno rischiato di dover versare una cifra aggiuntiva. Per ovviare a questo paradosso lo Stato attraverso il decreto legge 21 maggio 2015 ha chiarito che le Casse non devono richiedere agli iscritti alcuna cifra aggiuntiva in quanto "il tasso annuo di  capitalizzazione non puo' essere inferiore a  uno". Pericolo scampato dunque, tuttavia nello stesso decreto si precisa che questa rivalutazione negativa potrà (o dovrà?) essere recuperata sulle rivalutazioni successive.

Nel 2016 il coefficiente annuo di capitalizzazione che sarebbe risultato, prima dell’entrata in vigore del decreto, pari a 1,005331 viene rideterminato in 1,003394, per effetto del recupero nella procedura di sterilizzazione, così i montanti saranno rivalutati meno del dovuto. Secondo lavoce.info la sterilizzazione recuperata produrrà iniquità perché avvantaggerà i pensionati del 2015, che non subiranno il rendimento negativo del dicembre 2014, rispetto a chi andrà in pensione successivamente. Insomma, il rendimento di uno stesso anno, il 2014, è nullo per taluni (i pensionati del 2015) e ridotto per tal altri, i pensionati successivi. Sempre secondo “la voce.info” in questo modo si tradisce la parità di trattamento, principio fondante dello schema contributivo. E poi si riducono ulteriormente le future pensioni. A questa limatura bisogna aggiungere gli incrementi della speranza di vita che dal 2019 diventano biennali.

Risultato: lavorare di più per prendere meno mentre ENPAP sta a guardare!

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