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Dalle Casse 300 milioni per l’housing sociale

di Federica Micardi

Le Casse di previdenza private investiranno sull’housing sociale. La conferma è arrivata durante l’incontro tra l’Adepp (l’associazione degli enti privati) schierata ieri con i 20 presidenti e i ministri dell’Economia Giulio Tremonti, del Lavoro Maurizio Sacconi e delle Infrastrutture Altero Matteoli. La compagine istituzionale era completata dal ragioniere generale dello Stato e dal direttore del Tesoro.
L’housing sociale sarà posto all’ordine del giorno dei consigli di amministrazione degli enti tra settembre e ottobre. Ognuno deciderà quanto investire, la somma dovrebbe aggirarsi, nel complesso, sui 300 milioni.
Nell’incontro di ieri è stato anche affrontato il tema dei i limiti all’autonomia degli enti posti dalla “finanziaria” (Dl 78/2010): investimenti immobiliari e personale. Sulla questione degli “immobili” (articolo 15, comma 8, Dl 78/2010) è in arrivo un decreto interministeriale; la bozza definitiva sarà pronta a fine mese. Non sarà necessaria un’autorizzazione dei ministeri vigilanti per ogni operazione: «In aggiunta alle informazioni che già diamo ai ministeri vigilanti - spiega il presidente dell’Adepp Andrea Camporese - comunicheremo anche le tipologie di investimento che intendiamo fare, se mobiliare o immobiliare, e nel caso di disinvestimenti immobiliari come saranno impiegate le somme disinvestite». Si tratterà, quindi, di un controllo sulla massa degli immobili, a partire dai dati di bilancio di ogni cassa.
Altro problema sollevato dall’Adepp è legato ai limiti posti dal Dl 78 (articolo 9) sul contenimento della spesa per la Pa e sui riflessi che questa norma potrebbe avere sui lavoratori degli enti “privati”. Le Casse ritengono di essere escluse dai vincoli posti alla pubblica amministrazione, ma viene chiesto un chiarimento ufficiale. I ministeri prima di esprimersi sulla questione aspettano dagli uffici legali degli enti i loro pareri scritti di non applicabilità. I tempi sono stretti: «Il contratto di categoria è scaduto – spiega Camporese – e prima di aprire un tavolo di confronto con i sindacati dobbiamo chiarire questo aspetto».
Gli effetti del Dl 78 sulle Casse private sono una conseguenza della presenza degli enti privati “di interesse pubblico” nell’elenco Istat (stilato ai fini di contabilità europea). Il problema esiste da tempo e la soluzione, ha poposto Tremonti, sarà individuata attraverso un tavolo tecnico tra Casse, ministeri e Istat.
Camporese ha anche sollevato la questione dell’imposta straordinaria sui fondi di investimento immobiliari chiusi, anche se «non dovrebbe riguardarci perché rappresentiamo gli interessi di una collettività di iscritti». Infine, i tempi di approvazione delle delibere: sei o sette mesi di media con picchi di 18 mesi, oggi sono 70 quelle in attesa di risposta. «Non chiediamo l’approvazione certa - dice Camporese - ma un’interlocuzione diretta e una risposta entro 60 o 90 giorni al massimo». Il problema esiste e i ministri si sono impegnati a risolverlo in tempi “ragionevoli”.
Da “Il sole 24 ore” del 16 settembre 2010

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