Questo sito utilizza i cookies per agevolare e migliorare la navigazione. Non vengono registrati dati sensibili e personali del visitatore

anna

Assegni magri dalle nuove casse per i professionisti

di Federica Micardi

Sono poco più di 95mila i professionisti iscritti alle Casse di previdenza nate con il decreto legislativo n. 103 del 1996, con una crescita del 5% l’anno nell’ultimo triennio. Sono gli enti nati per garantire una pensione alle professioni che non avevano mai avuto copertura previdenziale: agrotecnici, biologi, infermieri (liberi professionisti), periti agrari, periti industriali, psicologi e – riuniti nella Cassa pluricategoriale – attuari, geologi, chimici e dottori agronomi e dottori forestali. Una piccola crescita generalizzata; l’unico ente in controtendenza è quello dei periti agrari che tra il 2008 e il 2009 hanno registrato un calo d’iscritti dell’1,25% pari a 40 unità, su un totale a fine 2009 di 3.163.
L’aumento più consistente, del 9%, viene registrato dalla categoria professionale più numerosa, quella degli psicologi, passati da 30.101 a 32.819, seguiti a una certa distanza dalla seconda categoria più rappresentata nelle nuove casse, gli infermieri, che con una crescita del 5,78% hanno raggiunto la quota di 16.169 iscritti.
Intanto, diminuisce il numero di contribuenti attivi per ogni pensionato, anche se il parametro è ancora molto favorevole: nel caso degli infermieri professionali nel 2006 c’erano 86 attivi ogni pensionato, a fine 2009 sono diventati 38; molto simili i numeri dei biologi, passati da 85 a 36 nel quadriennio; seguono gli psicologi che nel 2006 contavano 45 attivi ogni pensionato mentre nel 2009 29; periti agrari e periti industriali hanno 10 attivi per ogni professionista a riposo. Gli agrotecnici, 1.182 professionisti in attività, hanno quattro professionisti in quiescenza.
I dati sulle nuove Casse previdenziali mostrano un altro dato, forse il più allarmante: i redditi dei professionisti restano molto bassi e in alcuni casi sono calati nel giro di un anno: perdono fatturato i biologi, per esempio, che passano dai 23.490 euro del 2008 ai 22.072 del 2009, con un crollo del 6 per cento. In calo anche i redditi degli infermieri liberi professionisti che passano da 25.314 euro a 25.223 euro (-0,3%) e quelli degli psicologi, che diminuiscono da 15.677 euro a 15.497 euro (-1,1%).
Sensibili miglioramenti, invece, nei fatturati degli agrotecnici che salgono dai 19mila euro anni del 2008 a 19.100 euro nel 2009 (+0,5%) e in quelli dei periti agrari, passati da 23mila a 23.100 (+0,4%). Tra le categorie rappresentate dalle nuove casse i più “ricchi” sono i periti industriali i cui redditi sono aumentati del 5,8%, raggiungendo nel 2009 un reddito medio pari a 36mila euro (nel 2008 il valore era fermo a 34mila euro).
I contributi pagati dai professionisti sono lo “specchio” dei redditi contenuti. Il contributo medio annuo, infatti, raggiunge i 10.476 euro con gli attuari e scende fino a 1.590,92 euro annui per gli psicologi e fino a 1.203 euro annui per gli agrotecnici. Per gli infermieri, i geologi e i periti agrari, invece, il dato si attesta sui 2.200/2.400 euro.
Data la giovane età di queste Casse le pensioni medie annue sono molto basse, anche perché sono frutto di pochi anni di contribuzione. Inoltre, il metodo di calcolo è il contributivo: l’iscritto si trova a ricevere come pensione quanto versato negli anni di attività (rivalutato in base all’andamento del Pil) parametrato all’aspettativa di vita. Date queste premesse si capisce perché l’importo più alto è pari a 2mila euro l’anno e riguarda la pensione media dei periti industriali. Chi se la passa peggio sono gli agrotecnici con una pensione media nel 2009 di 863 euro l’anno.
Proprio per alzare le prestazioni pensionistiche degli enti nati nel 1996 è stato approvato all’unanimità dalla Camera un disegno di legge (presentato da Antonino Lo Presti) per consentire loro di elevare, fino al 5%, il contributo integrativo addebitato ai clienti (oggi, per queste casse, è stabilito per legge al 2%). In particolare, a modifica riguarda l’articolo 8 del decreto legislativo 103/1996: parte del contributo – che di solito è utilizzato per pagare le prestazioni di solidarietà e le spese di gestione – potrà essere destinato alla dote di ogni iscritto, così da aumentare i versamenti utili per il calcolo della pensione.
 Blog Costruire Previdenza da Il sole 24 ore del 27 agosto 2010

Suggerito da Google